[Molti pensano]

Molti pensano che noi ci diamo da fare

nelle faccende più peregrine,

ci affatichiamo in strane imprese

per saggiare la nostra forza o per darne la prova.

Ma in realtà è più nel vero chi ci pensa

intenti semplicemente all’inevitabile:

scegliere la strada più diritta possibile, vincere

gli ostacoli del giorno, evitare i pensieri

che hanno avuto esiti cattivi, e scoprire

quelli propizi, in breve:

aprire la strada alla goccia nel fiume che si apre

la strada in mezzo alla pietraia.

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[Collage Video]

Collage video presentato all’ International Bertolt Brecht Conference in Poznań, 2006.
Music: K. K.
Video: Bertolt Brecht Archives
VJ: M.C.
 

 

 

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[Leggenda del soldato morto]

1
E siccome non c’erano speranze
di pace dopo quattro primavere,
il soldato tirò le conseguenze:
da eroe volle cadere.
2
Ma la guerra non era ancora in porto,
per questo al Kaiser spiacque
che il suo soldato se ne fosse morto;
in anticipo gli parve.
3
Mentre l’estate sfiorava le fosse
ed il soldato dormiva di già,
la commissione medico-milita-
re una notte si mosse.
4
La commissione medica si spinse
fino al cimitero,
disseppellì con vanga benedetta
il defunto guerriero.
5
Ed il dottore visitò con scrupolo
il soldato o i resti del soldato.
Dichiarò ch’era "abile-arruolato"
e s’imboscava di fronte al pericolo.
6
Il soldato si presero con sè
nella bella notte blu.
Senza l’elmo si potevano vedere
le stelle della patria lassù.
7
Acquavite bruciante gli versarono
nella salma imputridita,
due infermiere appesero al suo braccio
e una donna per metà svestita.
8
E siccome lui puzza di putredine
davanti un prete zoppica
e sulla testa gli agita un turibolo
perchè non puzzi troppo.
9
Davanti la banda fra il chiasso dei piatti
suona una marcia briosa.
Ed il soldato, esperto del mestiere,
scaraventa le gambe dal sedere.
10
Il braccio intorno a lui, fraternamente,
due sanitari marciano, se no
lui nella melma gli ripiomberebbe
e questo accadere non può.
11
Hanno dipinto il sudario del morto
di nero di bianco di rosso
e glielo portano davanti; lo sporco
sotto i colori rimane nascosto.
12
Precedeva un signore con il frak
e la camicia dura
come ogni buon tedesco che si sa
il dovere non trascura.
13
Passarono così tra il chiasso dei piatti
per lo stradale ombroso
ed il soldato barcollava come
un bioccolo in un giorno nevoso.
14
I gatti e i cani gridano
e i topi nei campi con fischio selvaggio:
non saranno mai francesi
sarebbe per loro un oltraggio.
15
E quando i villaggi traversano
un mucchio di donne era là.
Si chinano le piante. Splende la luna piena.
E tutti gridano hurrà.
16
Con il chiasso dei piatti e gli arrivederci!
E donna e cane e pretonzolo!
E in mezzo il soldato morto
come uno scimmiotto sbronzo.
17
E quando i villaggi traversano
nessuno riesce a vederlo
tanti gli stanno in cerchio
con il chiasso dei piatti e gli hurrà.
18
Tanti ballano e schiamazzano intorno
a lui che nessuno lo vede.
E forse lo vedresti ma dall’alto
dove splendono solo le stelle.
19
Le stelle non ci sono sempre
e l’aurora sorge.
Marcia il soldato, esperto del mestiere,
verso un’eroica morte.
( trad. di Roberto Fertonani)

 

Adattamento di Strehler interpretato da Milva

C'era speranza di pace
la guerra era sempre li
il nostro soldato decise
di morire da eroe, e morì
Ma il Kaiser la prese assai male
e disse "così non va, 
morire con tanto anticipo
è un atto di viltà"
E mentre l'estate sfioriva
il corpo sottoterra
il Kaiser pensò di arruolarlo
per rispedirlo in guerra
Riuniti in commissione
tre della sanità
dissotterraron le ossa
che marcivan già
I medici lo visitarono
come se fosse vivo
e dissero "Bah, non ha niente"
è solo un lavativo
Gli dissero "alzati in piedi"
Il cielo era tutto blu
Senz'occhi il soldato alzò il viso
e vide le stelle lassù
Gli versarono un poco di grappa
sulla salma imputridita
lo affidarono a due infermiere
e ad una donna un pò svestita
E un prete davanti al turibolo
e mirra e incenso fumanti
perchè tanta puzza non turbi
il naso degli astanti
E in testa la banda
con trombe e tamburi
e piatti e cindarara
E il bravo soldato che marcia
un due eh - un due eh 
avanti marsc!
Fraterni lo reggon due medici
marciando con lui se no
nel fango senz'altro cadrebbe
e il Kaiser direbbe "Ma no!"
Dipinto hanno il sudario
trovato al cimitero
Adesso è un tricolore
bianco rosso e nero
Davanti a tutti un signore in frak
dall'aria assai perbene
che sa che alla cerimonie
si va vestiti bene
Per tutte le strade di notte
con trombe tamburi e cindarara
barcolla il soldato ma batte
il passo ogni colpo di cindarara
i cani, i gatti, i somari
accorrono a sentire
parola d'ordine anche per loro
è vincere o morire
S'affaccian le donne ai balconi
tra fior di geranio e lillà.
Risplende in cielo la luna
e tutti gridano urrà
E il chiasso dei pianti e i saluti
il prete e la banda stonata
E in mezzo il cadavere in armi
come una scimmia drogata
Traversa il soldato i villaggi
ma vederlo nessun ce la fa
Tanti gli stanno dattorno 
con le trombe i tamburi e gli urrà
Gli ballan gli cantano addosso
ma lui non si vede già più
son forse le stelle a vederlo
che brillano in cielo lassù
Poi anche le stelle svaniscono
e il cielo comincia a schiarire
e il bravo soldato ora è pronto
per l'ultima volta a morire.
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[A quelli nati dopo di noi]

La parola disinvolta è folle. Una fronte liscia

Indica insensibilità. Colui che ride

Probabilmente non ha ancora ricevuto

La terribile notizia.
 

Che tempi sono questi in cui

Un discorso sugli alberi è quasi un reato

Perché comprende il tacere su così tanti

crimini!

Quello lì che sta tranquillamente attraversando

la strada

Forse non è più raggiungibile per i suoi amici

Che soffrono?
 

E’ vero: mi guadagno ancora da vivere

Ma credetemi: è un puro caso. Niente

Di ciò che faccio mi da il diritto

di saziarmi.

Per caso sono stato risparmiato.

(Quando cessa la mia fortuna sono perso)
 

Mi dicono: mangia e bevi! Accontentati

perché hai!

Ma come posso mangiare e bere se

Ciò che mangio lo strappo a chi ha fame, e

Il mio bicchiere di acqua manca a chi muore di

Eppure mangio e bevo.
 

Mi piacerebbe anche essere saggio.

Nei vecchi libri scrivono cosa vuol dire saggio:

Tenersi fuori dai guai del mondo e passare

Il breve periodo

senza paura.
 

Anche fare a meno della violenza

Ripagare il male con il bene

Non esaudire i propri desideri, ma dimenticare

Questo è ritenuto saggio.

Tutto questo non mi riesce:

Veramente, vivo in tempi bui!

…..

Voi, che emergerete dalla marea

Nella quale noi siamo annegati

Ricordate

Quando parlate delle nostre debolezze

Anche i tempi bui

Ai quali voi siete scampati.
 

Infatti, caminavamo, cambiando più spesso i paesi

delle scarpe, *

Attraverso le guerre delle classi, disperati

Quando c’era solo ingiustizia e nessuna rivolta.
 

Eppure sappiamo:

Anche l’odio verso la bassezza

Distorce i tratti del viso.

Anche l’ira per le ingiustizie

Rende la voce rauca. Ah, noi

Che volevamo preparare il

terreno per la gentilezza

Noi non potevamo essere gentili.
 

Ma voi, quando sarà venuto il momento

In cui l’uomo è amico dell’uomo

Ricordate noi

Con indulgenza.

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[La guerra che verrà]

Non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima
c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.

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[Chi sta in alto dice: pace e guerra]

Sono di essenza diversa.
La loro pace e la loro guerra
Sono come il vento e la tempesta.

La guerra cresce dalla loro pace
Come il figlio dalla madre.
Ha in faccia
I suoi lineamenti orridi.

La loro guerra uccide
Quel che alla loro pace
è sopravvissuto.

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[Tempi brutti per la poesia]

Sì, lo so: solo il felice 
È amato. La sua voce
È ascoltata con piacere. La sua faccia è bella.
L'albero deforme nel cortile
È frutto del terreno cattivo, ma
Quelli che passano gli danno dello storpio
E hanno ragione.
Le barche verdi e le vele allegre della baia
Io non le vedo. Soprattutto
Vedo la rete strappata del pescatore.
Perché parlo solo del fatto
Che la colona quarantenne cammina in modo curvo?
I seni delle ragazze
Sono caldi come sempre.
Una rima in una mia canzone
Mi sembrerebbe quasi una spavalderia.
In me si combattono
L'entusiasmo per il melo in fiore
E il terrore per i discorsi dell'imbianchino.
Ma solo il secondo
Mi spinge alla scrivania.

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[A chi esita]

Dici: per noi va male. Il buio
cresce. Le forze
scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo in una
condizione
più difficile di quando
si era appena cominciato.
E
il nemico ci sta innanzi
più potente che mai.
Sembra gli siano
cresciute le forze. Ha preso
una apparenza invincibile.
E noi
abbiamo commesso degli errori,
non si può negarlo.
Siamo sempre di
meno. Le nostre
parole d’ordine sono confuse. Una parte
delle
nostre parole
le ha stravolte il nemico fino a renderle
irriconoscibili.
Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo
detto? Qualcosa o tutto? Su chi
contiamo ancora? Siamo dei
sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza

comprendere più nessuno e da nessuno compresi?
O contare sulla
buona sorte?
Questo tu chiedi. Non aspettarti
nessuna risposta
oltre la tua
.

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[Al momento di marciare molti non sanno] trad. di F.Fortini

che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.

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[L’amore per il Führer] trad. di F.Fortini

L’amore del popolo per il Führer è molto grande.
Ovunque egli vada
è circondato da gente in uniformi nere
che lo ama al punto
da non distogliere l’occhio da lui.
Quando egli siede in un caffè
immediatamente gli si siedono intorno cinque giganti perché
possa godersi un po’ di svago.
Le SS specialmente lo amano con tanta passione
che quasi lo invidiano al resto del popolo
e
gli stanno addosso, tanto
sono gelose.
E quando una volta con alcuni generali
fece una gita di fine settimana su un incrociatore
e passò un’intera notte solo con loro
scoppiò una rivolta fra le SA
e egli dovette
farne fucilare centinaia.

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